La giornalista ha nascosto la sua fonte, ma l’aspetto positivo è che questo blog sta diventando un punto di riferimento per chi scrive di royal! Yuppi!
Di: Alex
Di: elettra/cristina palliola
Posto qui, perchè in un certo senso anche questo post, contempla i Romanov….mi è arrivato il libro sui loro gioielli…sono letteralmente calamitata e senza fiato..scritta anche molto bene la storia dei singoli personaggi e i loro gioielli….ho un senso di angoscia e di vertigine a pensare cosa è stato smontato, fuso, perduto o saccheggiato…da comprare assolutamente,per tutti gli smodati amanti di gioielli
Di: marina
è arrivato anche a me e ho solo potuto sfogliarlo, splendido e stessa angoscia sia per la storia della strage che pensando all’ottusità di tutti questi che hanno smontato pezzi d’arte preziosissimi ben al di là del valore delle pietre.
Di: Laura
MI ricordate quale e’ il volume e come ottenerlo ?
grazie
Di: elettra/cristina palliola
@Laura….”i gioielli dei Romanov- la famiglia e la corte” Stefano Papi edito da Skira…io l’ho fatto ordinare da mia figlia tramite rete e mi sembra di averlo pagato 51 euro, invece di 60, ma con esattezza non ti so dire, perchè, c’ erano altri libri, insieme
@Paola…è arrivato finalmente anche il libro su Mayerling…domattina, lo vado a ritirare ,-)
Di: paola (baldanzi)
@Elettra @Laura, sì ho visto che su Ibs I gioielli dei Romanov costa 51 euro (+ spese spedizione)
@Elettra, bene che finalmente ti è arrivato Mayerling, così poi ne parliamo
Di: Ale
è un libro stupendo, l’ho iniziato a leggere oggi, ho dovuto smaltire un po’ di arretrati
@elettra anch’io l’ho pagato 51€ e con spedizione gratuita, su amazon.
@paola mayerling lo ordino per natale!!!
Di: Laura
Grazie Elettra e gli altri : purtroppo ultimamente mi e’ estremamente difficile collegarmi e mi “perdo” intere settimane di discussione. A proposito ma cosa e’ questa storia della separazione tra Haakon e Mette Marit ? a me sembra una balla, ma trovo strano che Hola invece vi sia credito. Cosa c’e’ di strano nel fatto che per motivi di salute Mette Marit sia assente considerato che e’ stata pure operata ?
Di: Chloe
@laura – Non avevo letto nulla in proposito. Ho visto ora su Hola … da quanto ho capito, ci si meraviglia del fatto che non compaiano più in agenda impegni ufficiali futuri per Mette-Marit … ma scusate, non mi sembra poi così strano, se ha avuto quei problemi alla cervicale, è stata operata solo pochi giorni fa e si sa benissimo che non si possono quantificare con certezza i tempi di recupero per essere pronta ad impegni ufficiali in Norvegia o fuori dallo Stato … e non solo a breve termine … Semmai dobbiamo preoccuparci se magari ci possano essere malauguratamente delle complicazioni … speriamo che la convalescenza stia procedendo nel migliore dei modi. Anzi, avevo letto che Haakon aveva annullato degli impegni per stare vicino alla moglie nel periodo dell’operazione … Mah, non è neppure piacevole che siano messe in prima pagina notizie simili, dal momento che la Casa Reale si è espressa (a quanto scrive Hola) dicendo che non ci saranno dichiarazioni in merito a queste voci … Per me è impossibile, io non ci credo.
Di: Rollone il Pedone
Personalmente vedo Haakon e Mette Marit come una coppia solida ed innamorata. Probabilmente queste illazioni vengono diffuse dai giornali, perchè Haakon è costretto ad apparire sempre solo per i problemi di salute della moglie.
Villa San Michele ad Anacapri: magico rifugio di amori reali
Vi piacerebbe ricevere o fare una proposta di matrimonio su questa terrazza?
o anche all’ombra di questo pergolato in un tiepido giorno di inizio estate?
A loro è accaduto, ma in fondo giocavano in casa perché la villa San Michele ad Anacapri è di proprietà dello stato svedese e la famiglia reale, ovviamente, può andare e venire a suo piacimento. Così Jonas Berström (classe 1979, avvocato di grido con esperienze newyorkesi e famiglia dell’alta borghesia scandinava), da anni accompagnatore ufficiale e fidanzato ufficioso della principessa Madelaine, figlia minore di re Carlo XVI Gustavo di Svezia, ha pensato bene di chiedere la mano della sua bella proprio lì. Un luogo di sogno, in un’isola meravigliosa. Lei naturalmente ha accettato subito anche perché erano anni che fremeva in attesa, non tanto della proposta, quanto di una decisione analoga da parte della sorella maggiore e principessa ereditaria Victoria. Una volta sistemata la grande di casa con il fidanzato storico (si sposeranno il 19 giugno 2010, qui il fidanzamento), la cadetta non ha perso tempo anche se il babbo sovrano pare si sia un tantino preoccupato per le spese onerose di due matrimoni a stretto giro di posta. I sudditi, comunque, possono stare tranquilli, le nozze di Madelaine, in vista per la fine del 2010 o l’inizio del 2011, saranno certamente “più intime e meno sfarzose” di quelle della sorella erede al trono e soprattutto totalmente a carico del Re.
L’11 agosto scorso a Stoccolma la coppia felice ha incontrato la stampa, posato per la foto di rito e mostrato l’anello di fidanzamento. Lui bello e aitante come sempre, lei un tantino meno nonostante di Fendi in un rosa cipria un po’ penalizzante per l’incarnato e gli splendidi colori di una principessa che fino ad oggi aveva mostrato una netta predilezione per Gucci e Chanel.
Perché a quasi un mese di distanza vi propongo questa news che sa un po’ di naftalina nonostante l’accenno in un post scriptum di qualche settimana fa? Semplice, proprio oggi ho letto un articolo molto interessante su villa San Michele, luogo incantevole che ha accolto non una, ma due vicende reali. Una è quella del fidanzamento di Madelaine e Jonas e l’altra la storia della grande amicizia (forse anche amore) fra la regina Victoria di Svezia, moglie di re Gustavo V e quadrisavola della neo fidanzata, ed il medico, scrittore e filantropo svedese Axel Munthe.
La regina Victoria di Svezia (1862-1930) nata principessa di Baden
Innamorato dell’Italia e soprattutto folgorato dalla bellezza dell’isola di Capri, Munthe acquista un piccola casa in rovina, con annessa cappella dedicata a San Michele, che restaura a poco a poco con i risparmi del suo lavoro di medico. Finito il denaro, ma non ancora completata la dimora che nelle intenzioni del proprietarie deve essere “un monumento dello spirito, secondo il principio che l’anima ha bisogno di più spazio del corpo”, Munthe seguendo il consiglio dell’ambasciatore di Svezia a Roma apre un ambulatorio nella capitale. Il medico svedese, noto per le sue teorie all’avanguardia, ma anche perché cura gratis i poveri e raccoglie fondi in favore di mense, orfanotrofi e ospedali per bambini, è ricercatissimo e molto apprezzato.
I proventi del suo lavoro diventano in breve più che sufficienti per far fronte a tutte le necessità e quello che inizialmente doveva essere solo un rifugio, diventa una costruzione imponente, una casa museo, arricchita da opere d’arte e preziosi reperti archeologici, di cui la zona era ricchissima per essere stata sito di una sontuosa villa, probabilmente appartenuta all’imperatore Augusto. La cappella diventa il suo studio, dove raccoglie libri, opere d’arte e un grande pianoforte. “Voglio che la mia casa sia aperta al sole, al vento e alla voce del mare, come un tempio greco, e luce, luce, luce dovunque!”, scrive molti anni dopo nel suo libro-testamento “La storia di San Michele” che consacra definitivamente la sua fama di scrittore e assicura il futuro dell’omonima fondazione, dove ancora oggi studenti provenienti dalla Svezia si dedicano a studi storici e naturalistici su Capri.
Grande amante degli animali, Munthe accoglie nel parco di piante rare ed esotiche che circonda la dimora numerosi cani i quali vengono curati con la stessa affezione dei suoi più importanti pazienti. San Michele diventa presto il centro di un vero movimento spirituale. Vi arrivavano da ogni parte del mondo scrittori, pittori, filosofi, sovrani, alla ricerca della felicità e della salute. Munthe che dei suoi pazienti cura non solo il corpo, ma anche l’anima, nel 1892 diventa il medico personale della principessa ereditaria Victoria (regina di Svezia dal 1907) la cui salute cagionevole desta non poche preoccupazioni. Il clima scandinavo non è certo l’ideale per una donna indebolita da tre gravidanze difficili, sofferente a causa di frequenti bronchiti e forse anche tubercolotica. Probabilmente Victoria è anche un tantino depressa, come la celebre Sissi, e la terapia di Munthe è semplice: clima mediterraneo, moto, buona compagnia, che sono, va detto, un buon rimedio per i nervi fragili come si diceva allora. D’altronde è noto che il matrimonio fra l’erede del regno di Svezia e la principessa tedesca è molto infelice.
In un’epoca che ancora non conosce la penicillina chi se la può permettere sverna al caldo e Capri, guarda caso è l’ideale. Dal 1910 la regina su consiglio del suo medico trascorre lunghi periodi sull’isola dove acquista la piccola e spartana villa Caprile. Victoria e Munthe ogni giorno fanno lunghe passeggiate, spesso portando uno dei cani al guinzaglio, visto che l’amore per gli animali è uno dei punti in comune fra la sovrana e il medico. Anzi lei è al suo fianco nell’impegnativa impresa di strappare al proprietario il monte Barbarossa, sulle cui falde ogni primavera e autunno i cacciatori facevano strage di uccelli. Pagato una somma esorbitante, il monte va a completare il grande sogno, e diventa un eden dove gli uccelli possono liberamente sostare nei lunghi viaggi migratori. Musicista raffinata, quando il medico organizza dei concerti a San Michele no di rado si siede seduta al pianoforte. “Fuggo la neve come le rondini” scrive la regina, aggiungendo “se non passassi l’inverno a Capri, morirei”.
Munthe come già in altri casi, non mantiene un distacco professionale dalla sua paziente e Victoria sviluppa una profonda dipendenza dal suo medico visto che il suo problema, oltre i polmoni, era di natura psicologica. La regina trascorre gli ultimi 20 anni della sua vita in compagnia di Munthe, con l’unico intermezzo della I Guerra Mondiale, quando il medico non potendo accettare di trovarsi dalla parte della Germania, collabora con la Croce Rossa inglese, mentre Victoria propende per il mondo germanico. Furono amanti? Difficile dirlo, certo è che la relazione tra loro fu talmente lunga ed intima da alimentare il pettegolezzo e a giudicare dalle lettere che si scrissero, il coinvolgimento fisico non si può escludere del tutto.
p.s. 1 non mi sono dimenticata di lord Mountbatten, il seguito nei prossimi giorni…
p.s. 2 qui una storia molto divertente, scritta con maestria dalla fantastica Mitì Vigliero. Ci sono Ferdinando di Borbone re di Napoli, Maria Carolina d’Asburgo-Lorena e l’imperatore Giuseppe II. Assolutamente da non perdere…
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Gioielli reali: i cammei dell’imperatrice Joséphine
Joséphine moglie del re di Svezia Oscar I con il diadema di cammei ereditato dalla nonna Imperatrice dei Francesi
Premessa necessaria affinché non si dica che “non sto sulla notizia”, il che facendo il lavoro che faccio, sarebbe un’assurdità. In questi giorni in Italia ed in special modo a Roma c’è una concentrazione di royal (ma veramente royal, perché regnanti sul serio) come neanche al matrimonio di Carlo e Diana. La settimana scorsa è comparso Sua Altezza Serenissima Alberto principe di Monaco per l’inaugurazione della mostra dedicata alla sua adorata ed indimenticata mamma. Giro per la città eterna, flash, rincorse dei fotografi, solite zuffe con le guardie del corpo, tutto nella norma. Unico dispiacere la mancanza della “fidanzata” Charlene che periodicamente viene esibita per poi essere rimessa in naftalina fino a data da destinarsi. A seguire il re e la regina di Giordania, Abdallah e la bellissima Rania. E mentre il figlio del coraggioso re Hussein era impegnato in una serie di incontri politici ed istituzionali, Rania si è dedicata alla cultura (visita alla Galleria Borghese) e allo shopping, dimostrando ancora una volta che si può essere affascinanti e ricchissime, ma contemporaneamente persone gentili e disponibili. Infine a Venezia ieri è arrivato l’emiro del Quatar insieme alla moglie la splendida sheika Mozah, per la firma di un accordo economico. Ho scelto di non dedicare a questi eventi un post specifico, ma ecco a voi qualche nella immagine tratta dal sempre informatissimo ed aggiornatissimo sito Noblesses et Royauiées: Alberto (qui), Abdallah e Rania (qui e anche qui), i sovrani con il Presidente Napolitano (qui, lei è vestita Armani) ed infine l’emiro del Quatar con signora (qui). Detto ciò veniamo alla storia del titolo e delle immagini.
Lo scrigno della regina di Svezia è uno dei più spettacolari d’Europa e raccoglie ricordi di molte regine, molti regni e tanti amori.
Innanzitutto quello, finito male, fra la giovane marsigliese Désirée Clary ed un ufficiale di artiglieria di origine corsa, il quale le preferisce un’aristocratica molto mondana, bellissima e molto ben introdotta nella brillante società post rivoluzione francese. Lei si consola con un altro soldato, Jean-Baptiste Bernadotte che sarà maresciallo dell’Impero, eroe di tante battaglie e poi re di Svezia, scelto dall’ultimo sovrano della dinastia Wasa priva di eredi diretti. Nel frattempo il fidanzato fedifrago, ovvero Napoleone Bonaparte, diventa Primo Console, conquista l’Europa, si proclama imperatore dei francesi, viene sconfitto a Waterloo e finisce i suoi giorni nella sperduta isola di Sant’Elena. Joséphine de Beauharnais, la donna che aveva strappato Napoleone a Désirée, viene abbandonata a sua volta e muore nel 1814, ma lascia due figli di un precedente matrimonio, Eugenio ed Ortensia. Eugenio, amatissimo dal patrigno che lo adotta e lo fa viceré d’Italia (ma il congresso di Vienna lo declasserà a semplice duca di Leutchemberg), porta all’altare la principessa Augusta Amalia di Baviera e da queste nozze nasce, tra gli altri, Joséphine la quale sposa, nel 1823, il principe ereditario di Svezia, Oscar, unico figlio, guarda caso, di Désirée diventata, anche se un tantino controvoglia (odia il freddo e adora la vita mondana di Parigi) regina di Svezia.
La principessa Ingrid di Svezia (figlia di Margaret), poi regina di Danimarca
La sovrana, ha dimenticato il passato o comunque decide di sorvolare, ed accoglie con affetto come nuora la nipote dell’antica rivale. Grazie a questo matrimonio oggi nelle vene dei sovrani svedesi (e anche in quelle di re e regine di Norvegia, Danimarca, Belgio e Lussemburgo) scorre il sangue dei due più grandi e celebri amori dell’Imperatore. E il ricordo di quelle passioni si è tramandato anche attraverso le pietre preziose.
La dote della la giovane Joséphine comprende infatti, come d’uso all’epoca, anche una serie di meravigliosi gioielli, alcuni dei quali provengono direttamente dallo scrigno della ex Imperatrice dei francesi. La parure di cammei e perle, che consiste in un diadema con annessi orecchini, collier e spilla è quasi sicuramente quella realizzata nel 1809 dal gioielliere parigino Nitot (antenato di Chaumet) per l’Imperatrice, nonna paterna della giovane sposa. La tiara in particolar è un oggetto insolito ed elegantissimo, composto da una serie di grossi cammei, circondati di piccole perle ed intervallati da un delicato decoro floreale realizzato in oro giallo. Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo le antichità greco-romane fanno furore e oltre agli abiti in stile impero diventano di gran moda i gioielli che ricordano i monili del periodo classico, fra cui appunto i cammei. Napoleone in particolare ha una vera passione per i cammei (che “scopre” durante la campagna d’Italia del 1796) e addirittura promuove a Parigi una scuola “glittica” diventata presto famosa per la qualità degli oggetti prodotti. Immediatamente i cammei vengonmo utilizzati anche dai grandi gioiellieri per creare ogni sorta di ornamento, talvolta montati con dei semplici castoni, in altri casi circondati da un giro di perline, proprio come nella parure svedese.
Le principesse Brigitta e Désirée di Svezia
La sovrana, ha dimenticato il passato o comunque decide di sorvolare, ed accoglie con affetto come nuora la nipote dell’antica rivale. Grazie a questo matrimonio oggi nelle vene dei sovrani svedesi (e anche in quelle di re e regine di Norvegia, Danimarca, Belgio e Lussemburgo) scorre il sangue dei due più grandi e celebri amori dell’Imperatore. E il ricordo di quelle passioni si è tramandato anche attraverso le pietre preziose.
La dote della la giovane Joséphine comprende infatti, come d’uso all’epoca, anche una serie di meravigliosi gioielli, alcuni dei quali provengono direttamente dallo scrigno della ex Imperatrice dei francesi. La parure di cammei e perle, che consiste in un diadema con annessi orecchini, collier e spilla è quasi sicuramente quella realizzata nel 1809 dal gioielliere parigino Nitot (antenato di Chaumet) per l’Imperatrice, nonna paterna della giovane sposa. La tiara in particolar è un oggetto insolito ed elegantissimo, composto da una serie di grossi cammei, circondati di piccole perle ed intervallati da un delicato decoro floreale realizzato in oro giallo. Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo le antichità greco-romane fanno furore e oltre agli abiti in stile impero diventano di gran moda i gioielli che ricordano i monili del periodo classico, fra cui appunto i cammei. Napoleone in particolare ha una vera passione per i cammei (che “scopre” durante la campagna d’Italia del 1796) e addirittura promuove a Parigi una scuola “glittica” diventata presto famosa per la qualità degli oggetti prodotti. Immediatamente i cammei vengonmo utilizzati anche dai grandi gioiellieri per creare ogni sorta di ornamento, talvolta montati con dei semplici castoni, in altri casi circondati da un giro di perline, proprio come nella parure svedese.
Alla morte della regina Joséphine le sue gioie sono divise fra i figli e la parure di cammei viene assegnata al principe Eugenio, ma questi non avendo eredi la presta spesso alle varie principesse reali e poi decide di offrirla in dono a Sibylla di Sassonia-Coburgo-Gotha, sposa del pronipote il principe Gustavo Adolfo, e madre dell’attuale sovrano. Due delle sorelle di re Carlo XVI Gustavo, Brigitte e Désirée portano il diadema nel giorno delle loro nozze, ma è sulla testa di Silvia Sommerlath che la tiara di cammei diventa davvero celebre. La ex hostess di origini tedesco-brasiliane sceglie infatti di indossarla il 19 giugno del 1976 quando sposa re Carlo XVI Gustavo diventando così regina di Svezia. Sono passati quattro anni dal casuale incontro alle Olimpiadi di Monaco, ma la coppia ha dovuto attendere la morte di Gustavo VI Adolfo, nonno e predecessore del re. L’anziano monarca, moderno per certi aspetti (uomo coltissimo e notoriamente “liberal”, vedi qui) era però estremamente conservatore riguardo i matrimoni regali e al nipote ed erede mai avrebbe permesso l’unione con una ragazza di origini borghesi.
Il diadema di cammei dona in modo particolare alla bruna e bellissima Silvia, splendida sposa oltre che “Dancing Queen”. Il seguito, ovviamente con le nozze reali, alla prossima puntata
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Lo scrigno dei Bernadotte
Al suo arrivo a Stoccolma Jean Baptiste Bernadotte, l’ex maresciallo di Napoleone salito al trono nel 1818 con il nome di Carlo XIV, trova un palazzo reale piuttosto vuoto. Il nuovo re decide quindi, per evitare spoliazioni future, di creare una fondazione di diritto privato nella quale dovranno confluire tutti gli oggetti preziosi della casa reale. Il patrimonio storico dei sovrani di Svezia viene così messo al riparo da divisioni ereditarie, da dispersioni e da vendite inopinate. Il primo dono di Bernadotte alla fondazione sono i 10 bottoni della sua vistosa uniforme da maresciallo dell’Impero, la placca e una fibbia della cintura. Sono elementi che fanno parte dell’abbigliamento militare, ma poiché alla corte napoleonica non si badava a spese e il fasto era d’obbligo ogni pezzo è ricoperto di pietre preziose. Così i bottoni della giacca da maresciallo, dieci grosse margherite con petali e pistilli di diamanti, diventano gli elementi di due diademi oggi utilizzati spesso dalle principesse svedesi. Il primo gioiello è formato da quattro margherite semplicemente posate su un’armatura metallica, mentre la seconda tiara è stata realizzata con le sei restanti margherite fissate su una doppia fila di brillanti. La fibbia della cintura, uno smeraldo quadrato circondato da diamanti, è diventata una spilla, quanto alla placca costituita da quindici medaglioni composti ciascuno da uno smeraldo rettangolare circondato da una tripla corona di diamanti è diventata un sontuoso collier.
Negli anni la collezione avviata dall’ex maresciallo Bernadotte cresce notevolmente grazie ai doni dei sovrani svedesi alle loro mogli ed alle eredità che arrivano da più parti.
Comincia Joséphine di Leutchemberg che va sposa al principe ereditario di Svezia, Oscar, e nella cui corbeille de mariage, oltre al bellissimo diadema di camei, ereditato dalla nonna Joséphine de Beauharnais, ci sono molti altri gioielli fra cui c’è quella che veniva definita una demi-parure in ametiste e diamanti composta da un collier, due braccialetti, un paio di orecchini e due spille. Anche in questo caso si tratta di un gioiello stile Impero, ed era stato uno dei regali di nozze di Napoleone o dell’imperatrice Joséphine ai genitori. L’insieme viene indossato da molte principesse reali ma è la regina Silvia a decidere di trasformare il collier in un diadema-bandeau, mentre i due braccialetti diventano un collier per il quale uno delle spille viene utilizzata come pendente. E’ in questa nuova versione che la parure viene utilizzata sia dalla regina che dalle principesse Victoria e Madelaine.
Nel 1851 Joséphine, ormai diventata sovrana a fianco di Oscar I, eredita una magnifica parure di zaffiri e diamanti che era stata il favoloso dono di nozze dell’imperatore Napoleone ai suoi genitori. L’imponente diadema in stile neoclassico, uno dei pochi rimasti intatti dall’epoca, è costituito da una base di diamanti (che riproducono, nello stilema floreale caratteristico del periodo, tralci di caprifoglio) sormontata a sua volta da nove enormi zaffiri quadrati i quali volendo possono essere sostituiti da perle. Un oggetto particolarmente vistoso, ma tipico dell’estetica imperiale francese ostentatoria e voluminosa. La tiara adorna spessissimo gli chignon scuri ed elaboratissimi della regina Silvia, la quale, come è noto, ama molto i gioielli e, bisogna riconoscerlo, li sa portare con grande classe ed eleganza.
Nel 1874 muore l’imperatrice vedova del Brasile Amelia di Braganza che, non avendo figli, lascia tutti i suoi gioielli alla sorella Joséphine regina di Svezia. Il legato comprende diversi oggetti ed in particolare un enorme diadema di diamanti ed una parure formata da diadema, collier, orecchini e spilla di smeraldi e diamanti. L’insieme viene dall’imperatrice Joséphine della quale anche Amelia è nipote, così, per uno Lo straordinario diadema “Braganza” (così chiamato dal nome della casa reale del Brasile nella quale la principessa Amelia era entrata grazie al suo matrimonio) che ancora oggi è uno dei pezzi più belli ed imponenti della collezione reale svedese e viene indossato esclusivamente dalla moglie del re. La tiara di diamanti in stile neoclassico, è alta nella parte centrale quasi 15 centimetri, e viene quasi certamente, dalla Francia imperiale.strano caso del destino, quasi tutte le gioie della ex moglie di Napoleone I finiscono alla corte di Svezia la cui prima regina della dinastia Bernadotte è quella Désirée Clary prima fidanzata (abbandonata a favore della creola e fascinosa Joséphine) del generale Bonaparte.
La regina Silvia con la tiara “Braganza” e il collier di smeraldi realizzato con la cintura da maresciallo di Bernadotte
Nel 1876 Joséphine di Svezia muore e la sua collezione viene divisa fra i figli, le ametiste e il diadema detto “Braganza”, vengono incorporati nella fondazione Bernadotte, il diadema di cammei passa al figlio minore Eugenio e gli smeraldi dell’Imperatrice dei francesi passano al principe Karl e poi alla di lui figlia Marta che sposa il principe ereditario di Norvegia e sarà la madre di re Harald V. E’ la parure che indossa spesso l’attuale regina Sonja.
La tiara a nove punte invece è relativamente più recente, viene infatti realizzata nella metà dell’800 a Berlino per la principessa Sofia di Nassau, promessa sposa del principe ereditario Oscar, futuro re Oscar II. Il gioiello è composto da una palmetta centrale stilizzata e da nove punte di diamanti sormontate da altri diamanti più piccoli a formare una stella.
Nella collezione “privata” di gioielli della regina Silvia c’è anche un diadema a “frange” (formato da “punte” o frecce di diamanti) legato in eredità a re Gustavo VI Adolfo dalla madre la regina Victoria di Svezia, nata principessa di Baden e bisnipote della granduchessa Maria Pavlovna di Russia. Tutte le zarine e le granduchesse russe possedevano una tiara di questo genere che veniva loro regalata per le nozze. Altri diademi simili a questo, scampati alla rivoluzione ed alle vendite successive, sono nelle collezioni reali; la regina Elisabetta II ad esempio ne ha uno quasi identico che le arriva dalla regina Vittoria ed ha indossato il giorno delle nozze. La regina Silvia e la principessa Lilian, moglie del principe Bertil, zio del re, l’hanno portato spesso, ma oggi viene utilizzato soprattutto dalle principesse Victoria (che lo indossa nelle foto ufficiali del fidanzamento) e Maddaleine. Anche questa tiara può essere trasformata in collier ed è così che la principessa Victoria di Baden lo porta il giorno delle sue nozze.
All’inizio degli anni ’30, alla morte della regina Victoria, moglie di Gustavo V, entrano nella fondazione Bernadotte dei diademi di diamanti ed una parure di topazi rosa provenienti dalla Russia. L’insieme è formato da un collier, una spilla piccola ed una spilla da “corsage”. I topazi rosa erano molto di moda nell’800 e questo insieme era stato il dono di nozze dello zar Paolo I alla figlia Maria che nel 1804 aveva sposato il granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach. La parure passa poi alla figlia della coppia, Augusta moglie dell’imperatore di Germania Guglielmo I e quindi alla loro unica femmina Luise che convola con il granduca di Baden. Infine attraverso Victoria di Baden, moglie di Gustavo V di Svezia i topazi rosa russi arrivano a Stoccolma.
Alla collezione reale svedese oggi mancano soltanto i rubini, eppure la famosa Désirée Clary era proprietaria di una bellissima parure che le era stata offerta dall’Imperatore in persona, forse come parziale compenso della giovanile delusione. La moglie del maresciallo Bernadotte indossa i suoi rubini il giorno dell’incoronazione di Napoleone il 2 dicembre 1804 e poi ovviamente, anni dopo, li porta con sé in Svezia. Il diadema, il collier, gli orecchini chandelier e la spilla sono opera di un ignoto gioielliere parigino, un artigiano sconosciuto, ma abilissimo perché nonostante le modeste pietre di cui disponeva riesce a creare un gioiello degno di una regina. In effetti osservando bene i diversi pezzi che compongono la parure ci si rende conto che ogni “chaton” di rubini non è composto, come accade di solito, da una sola pietra circondata da piccoli diamanti; si tratta invece dell’assemblaggio di quattro o cinque piccoli rubini incastonati in griffe d’oro in modo da dare l’impressione di una pietra più grande, il tutto a formare un delicato e leggero insieme di foglie e fiori. Désirée, che muore nel 1860, lascia la parure alla pronipote Louise futura regina di Danimarca accanto a re Federico VIII. Da questo momento i rubini napoleonici di Désirée passano da suocera a nuora per tre generazioni di regine danesi. Nel 1935 toccano in dono alla principessa Ingrid di Svezia moglie del futuro re Federico IX e madre dell’attuale regina Margarethe. Ingrid, che nel 1943 decide di ampliare il diadema con l’aggiunta della spilla, usa spessissimo questa parure. Alla sua morte nel 2000 il gioiello sparisce per ricomparire solo nel 2004 fra i capelli di Mary Donaldson. La bella fidanzata del principe ereditario Frederick indossa per la prima volta i rubini di Désirée Clary in occasione del ricevimento ufficiale che precede le nozze e da allora in tutte le occasioni ufficiali.
La regina Ingrid di Danimarca, nata principessa di Svezia, madre dell’attuale regina Margretha II, con i rubini di Désirée Clary
Mary, principessa ereditaria di Danimarca con la parure di rubini
Anche un altro gioiello “di famiglia” , la tiara del Khedivè, finisce in Danimarca ma alla regina di Svezia è rimasto un altro romantico ricordo della nonna di suo marito, si tratta di una tiara leggera, formata da diamanti montati in un insieme di delicate ghirlande che riproducono quelle dei “non ti scordar di me” e si incrociano in cinque archi al centro dei quali sono appese gocce (amovibili) di diamante. La bellissima Silvia, ancora Sommerlath indossa per la prima volta il gioiello la sera del 18 giugno 1976 in occasione della grande festa pre nozze organizzata al teatro dell’opera di Stoccolma. Una scelta che è un omaggio alla madre ed alla nonna dello sposo, la tiara, che si può indossare anche come collier, infatti è il dono di nozze dei duchi di Connaugh alla figlia Margareth che va sposa al principe ereditario di Svezia. Il diadema, che viene dall’atelier della maison londinese Garrard gioielliere della corte inglese, passa in eredità al figlio maggiore della principessa Margareth il quale lo offre alla moglie Sibylla in occasione delle nozze nel 1932. Purtroppo il diadema sembra portare davvero poca fortuna alle sue proprietarie poiché anche Sybilla non diventerà mai regina a causa della morte prematura, in un incidente aereo nel 1947, del marito.
Il diadema “non ti scordar di me” indossato dalla regina Silvia nelle due versioni. Sotto con lo stesso gioiello la principessa Margaret di Connaught e la principessa Sybilla di Sassonia Coburgo, rispettivamente nonna e madre dell’attuale re di Svezia
Avendo solo l’imbarazzo della scelta fra diamanti, smeraldi, cammei e rubini, la tiara in acciaio, oro e platino, forse fatta realizzare quasi per gioco da una delle regine svedesi di metà ‘800 quando era di moda avere gioielli di metalli non preziosi, come appunto l’acciaio, è stata dimenticata in un armadio per decenni. La regina Silvia l’ha recuperata e rimessa in uso, oggi questo semplice diadema stilizzato nel quale i metalli riproducono golie di quercia, ghiande, fiori e piume, viene indossata soprattutto dalle principesse Victoria e Madelaine.
Nonostante la “partenza” verso la Danimarca della parure di Désirée Clary, l’attuale regina di Svezia, che ama così tanto i bei gioielli, non è rimasta senza rubini perché il marito le ha donato un vecchio diadema familiare composto proprio da queste pietre. Nel 1905 la principessa inglese Margareth nel momento in cui stava per andare sposa all’erede al trono di Svezia si era vista offrire dallo zio re d’Inghilterra una stupenda tiara di diamanti e rubini dal disegno orientaleggiante. Alla morte della principessa il diadema viene assegnato ad uno dei figli cadetti che negli anni ’90 decide di venderlo; è il nipote re Carlo XVI Gustavo che recupera questo prezioso ricordo della nonna prematuramente scomparsa e lo regala alla moglie.
Grazie a questi doni e a questo intreccio di eredità la fondazione Bernadotte oggi possiede più di una decina di paure che vengono sfoggiate dai vari membri della famiglia reale quando il protocollo lo esige, cioè in occasione di visite ufficiali, eventi mondani e per la consegna dei premi Nobel. Tre soli gioielli sono riservati alla regina, il diadema “Braganza”, la parure di zaffiri e il diadema di cammei.
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Carlo XVI Gustavo e Silvia di Svezia: lui la tradisce e lei si toglie la fede
Il re di Svezia, Carlo XVI Gustavo, molto probabilmente mette le corna alla moglie. Da anni. Non da quando la bellissima Silvia è un po’ invecchiata e lui invece – leggermente più giovane – nonostante tutto si sente ancora un galletto. La legittima consorte, splendida ma borghese, sposata, appena diventato re, rompendo con tutte le tradizioni familiari, pare sia stata allegramente tradita fin da subito. Scusate sono cruda e diretta, ma il tema del giorno in materia di royal è proprio questo. Ne parlano tutti anche le testate serie, tipo La Repubblica e il Corriere della Sera. La regina Silvia, dicono sia tristissima, ma è un po’ difficile capire davvero quale sia il suo stato d’animo a causa di un viso immobilizzato dalla chirurgia estetica. Però si è tolta la fede e questo, secondo gli osservatori, potrebbe essere l’inizio della fine. Per la coppia reale e per Carlo XVI Gustavo, costretto al pensionamento anticipato da uno scandalo di vaste dimensioni. E che persino nella pur tollerante e libera Svezia l’opinione pubblica sia decisamente contrariata dalle abitudini libertine e goderecce del sovrano, la dice lunga sugli stati d’animo. E se si mettiamo sopra anche la relazione del secondogenito Karl Philip con una nota spogliarellista la misura è colma.
Si parla di amicizie pericolose (con un noto gangster), di foto molto compromettenti, di festini a luci rosse e la popolarità del sovrano, mai al top, adesso è proprio in caduta libera, quindi una abdicazione con passaggio delle consegne a Victoria, sposa felice, ragazza più o meno serena, ma di certo profondamente cosciente del ruolo e dell’impegno nei confronti della nazione, appare sempre più probabile.
Da qualche parte ho letto che i Bernadotte – la dinastia svedese trae origine da un maresciallo di Napoleone originario di Pau in Guascogna diventato erede dei Vasa – sono piuttosto focosi a causa del loro sangue meridionale. Si va bene, arrampichiamoci sugli specchi. Jean-Baptiste, il primo della stirpe, marito della celebre Désirée Clary si era dato molto da fare (fra le sue conquiste la bellissima Juliette Récamier) sia a Parigi che a Stoccolma, suo figlio Oscar I aveva un’amante ufficiale e due figli illegittimi accanto alla famiglia regolare, ma è una regina consorte a far parlare molto di sé.
Victoria di Baden (1862-1930), regina di Svezia accanto a Gustavo V, nonché trisavola dell’attuale sovrano, infatti ha avuto una intensa relazione con Axel Munthe, medico, scrittore e filantropo svedese. Innamorato dell’Italia e soprattutto folgorato dalla bellezza dell’isola di Capri, Munthe acquista un piccola casa in rovina, con annessa cappella dedicata a San Michele, che restaura a poco a poco con i risparmi del suo lavoro di medico. Finito il denaro, ma non ancora completata la dimora, che nelle intenzioni del proprietario deve essere “un monumento dello spirito seguendo il principio per il quale l’anima ha bisogno di più spazio del corpo”, Munthe su il consiglio dell’ambasciatore di Svezia a Roma apre un ambulatorio nella capitale. Il medico svedese, noto per le sue teorie all’avanguardia, ma anche perché cura gratis i poveri e raccoglie fondi in favore di mense, orfanotrofi e ospedali per bambini, è ricercatissimo e molto apprezzato.
I proventi del suo lavoro diventano in breve più che sufficienti per far fronte a tutte le necessità e quello che inizialmente doveva essere solo un rifugio, diventa una costruzione imponente, una casa museo, arricchita da opere d’arte e preziosi reperti archeologici, di cui la zona era ricchissima per essere stata sito di una sontuosa villa, probabilmente appartenuta all’imperatore Augusto. La cappella diventa il suo studio, dove raccoglie libri, opere d’arte e un grande pianoforte. Grande amante degli animali, Munthe accoglie nel parco di piante rare ed esotiche che circonda la dimora numerosi cani i quali vengono curati con la stessa affezione dei suoi più importanti pazienti. Villa San Michele diventa presto il centro di un vero movimento spirituale. Vi arrivavano da ogni parte del mondo scrittori, pittori, filosofi, sovrani, alla ricerca della felicità e della salute. Munthe che dei suoi pazienti cura non solo il corpo, ma anche l’anima, nel 1892 diventa il medico personale della principessa ereditaria Victoria (regina dal 1907) la cui salute cagionevole desta non poche preoccupazioni. Il clima scandinavo non è certo l’ideale per una donna indebolita da tre gravidanze difficili, sofferente a causa di frequenti bronchiti e forse persino tubercolotica. Probabilmente Victoria è anche un tantino depressa, come la celebre Sissi, e la terapia di Munthe è semplice: clima mediterraneo, moto, buona compagnia, che sono sempre un ottimo rimedio per quella strana patologia che allora veniva definita “nervi fragili”. Inoltre non è un mistero per nessuno che il matrimonio fra l’erede del regno di Svezia e la principessa tedesca colta e raffinata, è molto infelice, lui forse è gay ed ha una sola passione, il tennis, sport che ha scoperto durante una viaggio in Inghilterra. Sui campi della Costa Azzurra, dove soggiorna quasi tutti gli inverni, il futuro re gioca quasi da professionista (ai tornei partecipa con lo pseudonimo di mister G.), dunque una separazione ufficiosa dalla moglie, con la scusa della salute, è assolutamente benvenuta.
In un’epoca che ancora non conosce la penicillina chi se la può permettere sverna al caldo e Capri, guarda caso, è l’ideale. Dal 1910 la regina su consiglio del suo medico trascorre lunghi periodi sull’isola dove acquista la piccola e spartana villa Caprile. Victoria e Munthe ogni giorno fanno lunghe passeggiate, spesso portando uno dei cani al guinzaglio, visto che l’amore per gli animali è uno dei punti in comune fra la sovrana e il medico. Anzi lei è al fianco del medico nell’impegnativa impresa di strappare al proprietario il monte Barbarossa, sulle cui falde ogni primavera e autunno i cacciatori fanno strage di uccelli. Pagato una somma esorbitante, il monte va a completare il grande sogno, e diventa un eden dove gli uccelli possono liberamente sostare nei lunghi viaggi migratori. Musicista di alto livello, profonda conoscitrice delle opere di Wagner, Schubert e Liszt, Victoria non di rado si siede al pianoforte quando Munthe organizza dei concerti a San Michele. “Fuggo la neve come le rondini” scrive la regina che aggiunge “se non passassi l’inverno a Capri, morirei”. Munthe come già in altri casi, non mantiene un distacco professionale dalla sua paziente e la regina di Svezia sviluppa una profonda dipendenza nei suoi confronti visto che, fra l’altro, il problema è in parte anche di natura psicologica. La regina trascorre gli ultimi 20 anni della sua vita in compagnia di Munthe, con l’unico intermezzo della I Guerra Mondiale, quando il medico non potendo accettare di trovarsi dalla parte della Germania, collabora con la Croce Rossa inglese, mentre Victoria propende per la nazione da cui proviene. Furono amanti? Difficile dirlo, certo è che il rapporto tra di loro fu talmente lungo ed intimo da alimentare il pettegolezzo e a giudicare dalle lettere che si scrissero, il coinvolgimento fisico non si può escludere del tutto.
Gustavo V, che sopravvive di 20 anni alla moglie, non sembra se ne sia mai dato molta pena. Il suo regno segna il trionfo definitivo del parlamentarismo e il sovrano viene definitivamente relegato ad una funzione essenzialmente rappresentativa a partire dal 1914. Questo consente al re-tennista di passare lunghi mesi fra Cannes e Nizza dove è un assiduo dei campi di terra rossa sui quali si confronta con tutti i grandi campioni dell’epoca. Poco propenso a prendere posizione, Gustavo V (che contribuisce non poco a tenere la Svezia fuori dai due conflitti mondiali) negli anni bui del nazismo si impegna attivamente ed in prima persona per la salvezza di molti suoi compagni di gioco. Il tedesco Von Cramm, implicato nel fallito attentato ad Hitler del 1944, riesce ad espatriare in Svezia e Borotra arrestato nel 1942 dalla Gestapo evita la pena di morte solo grazie ad un intervento diretto di Gustavo V.
Questo post è in parte la rielaborazione di un vecchio articolo che mai come ora mi sembra attuale. Uno scandalo che fa dimenticare le romantiche nozze della principessa ereditaria Victoria celebrate quasi un anno fa.
Ci tengo a ringraziare tutti i lettori che mi hanno segnalato questa news – un po’ triste e anche se vogliamo per noi davvero “poco straordinaria” poiché in questo periodo In Italia gli scandaletti sessuali non mancano – ed in particolare Jacopo Amedeo, il nostro Jam, che mi ha mandato un sms stamani, rischiando anche di finire fuori strada, e Alessandra di Menù Turistico cla quale mi ha spedito un link molto interessante. A proposito, Alessandra sarà presto guest star qui con un post sulle nozze di Monaco.
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La Khedivè Tiara per Nathalie di Sayn Wittgestein Berleburg nipote della regina di Danimarca
Tutte le discendenti per linea femminile della regina Ingrid di Danimarca portano, il giorno delle loro nozze, la celebre Khedivè Tiara un bellissimo gioliello che ricorda una principessa bella e sfortunata. E anche Nathalie di Sayn Wittgestein Berleburg, figlia della principessa Benedikte, una delle sorelle minori della regina di Danimarca non ha voluto rompere con questa bella tradizione. Oggi per le sue nozze con Alexander Johannsmann, celebrate a Berleburg alla presenza di molti cugini reali, ha indossato la tiara della bisnonna.
Quando ancora le famiglie reali facevano opinione e contavano davvero sulla scena diplomatica e politica europea, poteva accadere che un re, leggi Edoardo VII d’Inghilterra, pregasse il fratello minore di mostrare in giro le sue due belle figlie, nella speranza di combinare un matrimonio regale ed “attirare” nell’orbita britannica, il felice sposo con annessa nazione. L’epoca, i primi anni del XX secolo, è propizia, sia sul trono spagnolo che su quello portoghese siedono due giovani scapoli (cattolici, questo è vero, mentre le principesse inglesi sono ovviamente anglicane, ma l’ecumenismo comincia ad andare di moda e il favore del re d’Inghilterra vale una prababile scomunica) e anche altrove i giovanotti coronati non mancano, così nel gennaio del 1905 il principe Arthur duca di Connaught, insieme alla moglie Louise ed alle due figlie Margaret e Patricia, comincia un lungo viaggio attraverso l’Europa. La prima tappa di questo insolito tour è Lisbona dove le due principesse vengono “ispezionate” da re Carlo I e dalla regina Amelia in vista di una possibile unione con uno dei loro due figli, Carlos e Manuel; dal Portogallo i Connaught passano in Spagna per una visita al giovane re Alfonso XIII che pare interessarsi a Patricia. I due si rivedranno in effetti in Inghilterra, ma lei dirà di no e lui finirà per sposare un’altra nipote della regina Vittoria, la principessa Vittoria Eugenia di Battemberg.
Nel frattempo, avendo concluso la prima parte dell’impegnativo itinerario alla ricerca di un re o di un principe ereditario per le loro ragazze, i duchi di Connaught si dirigono verso il nord Africa e durante una sosta al Cairo accade un inatteso miracolo. Nella città egiziana è di passaggio anche il principe Gustavo Adolfo di Svezia, nipote di re Oscar II, che si innamora perdutamente di Margaret. La passione è reciproca e la principessa inglese accetta subito la proposta di matrimonio che le fa questo ragazzone alto, serio, coltissimo, appassionato di libri, di archeologia (diventerà un grande esperto di arte ed antichità orientali) e di botanica.
Il fidanzamento, salutato con entusiasmo da entrambe le famiglie, è brevissimo e i due innamorati si sposano il 15 giugno 1905 nella St. George Chapel del castello di Windsor.
In occasione delle nozze il khedivè d’Egitto Abbas Helmi II (titolo persiano che utilizzarono tutti i viceré d’Egitto dal 1867 al 1914) offre alla sposa una bellissima tiara, come ricordo del grande amore nato proprio nella sua terra. L’elegantissimo gioiello costituito da una serie di leggere volute di brillanti montanti in platino, secondo un disegno tipico dell’epoca, era stato realizzato all’inizio del 1904 dalla maison Cartier.
Margaret, che nel 1907 diventa (a seguito della morte di re Oscar II ed all’ascesa al trono del suocero Gustavo V) principessa ereditaria di Svezia, come ci si aspetta dalla moglie di un futuro re, mette al mondo uno dietro l’altro cinque bambini: Gustavo Adolfo, Sigvard, Ingrid, Bertil e Carl Johan. Appassionata di giardinaggio la principessa trasforma i giardini del castello di Sofiero, la dimora che lei ed il marito avevano ricevuto come dono di nozze, ma fra una cosa e l’altra si interessa anche alla pittura ed alla fotografia. Durante la I Guerra Mondiale Margaret crea in Svezia un gruppo di sostegno alla Croce Rossa e si prodiga per venire in aiuto ai prigionieri. La favola però ha un epilogo inatteso e tragico, mentre attende del suo sesto figlio, Margaret contrae un’infezione che la conduce rapidamente alla morte, il 1° maggio del 1920 a soli 38 anni.
Ingrid principessa di Svezia, regina di Danimarca
Le tre figlie della regina Ingrid, da sinistra Anna Maria, Benedikte e Margarethe
Tutte e tre le figlie della regina Ingrid indossano il giorno delle loro nozze la tiara del nonna: la principessa Margaretha, futura regina, nel 1967 in occasione delle nozze con il conte francese Henri Laborde de Montpezat e la principessa Benedikte nel 1968 quando sposa il principe Richard von Sayn-Wittgenstein-Berleburg. Nel 1964 la figlia minore dei sovrani danesi, la principessa Anne-Marie aveva unito il suo destino a quello del neo re Costantino II di Grecia e nonostante il favoloso scrigno di questa famiglia reale, aveva scelto di fermare il velo con la tiara del Khedivè.
Alexandra von Sayn-Wittgenstein-Berleburg
Una romantica consuetudine di famiglia che prosegue anche nella generazione successiva, con Alexandra von Sayn-Wittgenstein-Berleburg figlia di Benedikte, la quale porta la tiara nel 1998, e la principessa Alexia di Grecia, figlia di Anne-Marie, nel 1999.
Oltre alla celebre tiara le cinque eredi della regina Ingrid indossano anche il velo a punto d’Irlanda realizzato per le nozze della principessa Margaret di Connaught
Alessia di Grecia con il marito Carlos Morales Quintana
Ed ecco l’ultima “uscita” della Khedvè Tiara, le nozze della principessa Nathalie di Sayn-Wittgestein-Berleburg con Alexander Johannsmann celebrate il 18 giugno 2011 a Berleburg
Le ultime tre foto le devo alla cortesia di Filippo, lettore fedele appassionato di gioielli reali.
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Lilian e Bertil di Svezia, l’amore senza tempo
E’ morta oggi – 10 marzo - Lilian di Svezia, la zia di Carlo XVI Gustavo, vedova del principe Bertil, ultimogenito di re Gustavo VI Adolfo. Un’anziana signora novantasettenne della quale quasi tutti si sono ormai si sono dimenticati e che da tempo, essendo molto malata, non prendeva più parte agli avvenimenti ufficiali. Al matrimonio di Victoria, per esempio, non c’era, nonostante la principessa ereditaria l’abbia sempre considerata più una nonna che una prozia acquisita. Eppure la storia di Lilian è davvero interessante e molto romantica…
Quando nel 1941 in piena Seconda Guerra Mondiale, il principe Bertil di Svezia e Lilian Davies-Craig si incontrano a Londra, lui è il terzo nell’ordine di successione al trono, dopo il padre e il fratello maggiore. Il loro è da subito un amore impossibile. La bella ragazza gallese dallo sguardo color lavanda non solo ha già avuto un marito, ma non viene da una famiglia reale e la relativamente giovane dinastia svedese (che trae le sue origini da Jean Baptiste Bernadotte, uno dei marescialli di Napoleone scelto per motivi politici e diplomatici) ha bisogno di confermare ruolo e diritti con costanti e sostanziose trasfusioni di sangue blu. Certo è un consiglio, non un obbligo e infatti due fratelli di Bertil abbandonano i loro diritti al trono e diventano dei comuni cittadini pur di seguire il loro cuore. Il vecchio re Gustavo V dunque è irremovibile, il dovere e la corona vengono prima di tutto, ma Bertil non demorde, la sua scelta è fatta ed è definitiva. In attesa di tempi migliori Lilian, abbandona il suo lavoro di cantante in un molto esclusivo club londinese, trova un’occupazione nel sociale e avvia le procedure di divorzio. Bertil le ha già dichiarato i suoi sentimenti, “amo solo te, sposerò solo te” le ha detto, “ma non voglio che diventi la Mrs Simpson svedese”. Una piccola speranza affiora nel 1946 quando nasce Carlo Gustavo (l’attuale re di Svezia) che allontana lo zio Bertil dal trono, ma l’anno successivo l’erede in seconda Gustavo Adolfo, fratello maggiore del principe, muore in un assurdo incidente. Bertil diventa tutore del piccolo orfano e re Gustavo V, inflessibile più che mai, vieta addirittura a Lilian di mettere piede in Svezia. Nel 1950 alla morte del vecchio sovrano è il padre di Bertil a diventare re con il nome di Gustavo VI Adolfo, ma nonostante i tempi nuovi le regole alla corte svedese rimangono esattamente le stesse. Adesso Bertil, numero due nella lista degli eredi al trono, è anche “reggente” in attesa che il nipote diventi maggiorenne, dunque un matrimonio “diseguale” non è neanche lontanamente ipotizzabile. Il principe è, oltre al padre e al piccolo Carlo Gustavo, l’unico maschio adulto della casa reale e per anni rappresenta la corona nel paese e all’estero. Solo, ovviamente.
La donna della sua vita resta nell’ombra, senza protestare, senza parlare. A qualche intimo confida “è molto duro, ma per amore di Bertil aspetterò tutto il tempo necessario”. Nel 1957 la coppia ottiene di poter vivere insieme, seppur non ufficialmente, nella villa Solbacken, e a poco a poco la famiglia reale impara a conoscere questa donna gentile ed elegante e gli svedesi si commuovono di fronte alla vicenda dei due eterni innamorati. Fra l’altro l’erede al trono Carlo Gustavo è totalmente dalla parte dello zio e fa in modo che Lilian possa pian piano uscire dall’ombra. Re dal 1973, Carlo XVI Gustavo stravolge tutte le consuetudini sposando una donna che non ha origini reali, così pochi mesi dopo, nel dicembre del 1976, anche Bertil può portare all’altare l’amore della sua vita.
Per Victoria, Karl-Philip e Madeleine, i figli della coppia reale svedese, Lilian e Bertil hanno lo statuto ed il trattamento affettuoso che si riserva ai nonni e all’interno della famiglia reale essi svolgono un ruolo importante di rappresentanza. Il principe muore il 5 gennaio 1997, Lilian gravemente ammalata non compare da tempo in pubblico, ma resta nel cuore degli svedesi come simbolo dell’amore e della perseveranza.
Il rifugio di Bertil e Lilian è stato per anni la villa di Sainte Maxime nel sud della Francia. Lì anche quando erano una coppia semi-clandestina potevano vivere la loro storia alla luce del sole. Lì a Sainte-Maxime ancora se lo ricordano questo signore svedese che era diventato un appassionato di “pétanque”, il gioco delle bocce, sport nazionale francese. La villa ora appartiene al re di Svezia che vi trascorre spesso le sue vacanze.
Il funerale di Lilian a Stoccolma venerdì 16 marzo
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Madeleine e Chris, nozze reali di serie B?
E anche Maddi si sposa. La principessa più bella del panorama reale contemporaneo, ma anche quella più sfortunata (nel 2010 ha chiuso una lunga relazione dopo avere scoperto le di lui ripetute infedeltà) ha finalmente trovato la sua anima gemella e si appresta a convolare a giuste nozze, ma un po’ sottotono e, pare, se con qualche defezione eccellente fra gli ospiti. Il prossimo 8 giugno – la mamma, la sorella e le zie hanno scelto a loro volta lo stesso mese – Madeleine, ultimogenita di Carlo XVI Gustavo e Silvia di Svezia unirà la sua vita (speriamo felicemente e ci auguriamo a lungo se non per sempre) a quella dell’anglo-americano Christopher O’Neill di professione banchiere il quale comunque non desidera diventare cittadino svedese e quindi non riceverà un titolo come accaduto per il cognato Daniel.
La coppia felice il giorno della pubblicazione dei bandi nuziali che in Svezia avviene con una cerimonia ufficiale
I due molto verosimilmente continueranno ad abitare a New York e quindi la splendida Maddi (che a me comunque piaceva di più bionda) è ormai definitivamente persa per la corona svedese, ma in effetti sono anni che la ragazza, a parte la cerimonia dei Nobel e qualche evento familiare, non è più molto assidua nella madrepatria e difficilmente svolge ruoli ufficiali e di rappresentanza. Negli Usa (dove Madeleine si è precipitosamente rifugiata dopo il fallimento della sua precedente relazione ad un passo dalle nozze programmate dopo quelle delle sorella maggiore) la principessa ”lavora” per una fondazione dedicata all’infanzia, ma il più delle volte è in giro a fra shopping e mondanità.
Gli sposi con fratelli e genitori il giorno della pubblicazione dei bandi nuziali
Nonostante Madeleine sia solo terzogenita e ormai quarta nella linea di successione, è sempre e comunque la figlia di un re – ovvero di un capo dello Stato – e le sue nozze saranno celebrate con un certo fasto come in uso nelle monarchie scandinave, il che significa abiti lunghi, diademi, divise e decorazioni.
La cerimonia nuziale si svolgerà sabato 8 giugno alle 16 nella cappella del Palazzo reale di Stoccolma con a seguire un giro in carrozza – la Parade Barouche – per il centro della città. La sera il re e la regina accoglieranno gli ospiti al palazzo di Drottningholm per la cena con ballo. Venerdì 7 giugno sempre il re e la regina riceveranno amici e parenti degli sposi al Grand Hotel di Stoccolma per una cena privata.
La cappella del Palazzo reale dove si svolgerà la cerimonia
La casa reale non ha ancora ufficializzato la lista degli invitati, ma hanno confermato i vicini norvegesi (il re, la regina, i principi ereditari e la principessa Martha Louise con il marito), è praticamente quasi certo che la regina Elisabetta manderà i conti di Wessex, ormai abbonati ai royal weddig, mentre è altrettanto quasi sicuro che nessuno arriverà dalla Spagna. Perché e per come i Borboni sono così restii a mischiarsi agli altri royal europei che in fondo ormai rimasti in pochi dovrebbero invece sempre di più fare gruppo? Secondo il blog Rotta a sud ovest, sempre attento alle vicende spagnole, la questione è grave e testimonia da una parte malessere e dall’altra una certa pericolosa indifferenza. Eppure se proprio Letizia non aveva voglia una infanta ancora presentabilissima c’è, Elena che in Svezia era stata già per le nozze della principessa ereditaria Victoria nel giugno del 2010. Invece niente da fare, Hola (se come dice Rso, se lo dice Hola è vero al 90%) parla di un “matrimonio di secondo rango” a cui i reali spagnoli non hanno ritenuto di dover partecipare.
La carrozza che utilizzeranno gli sposi
Certo Hola forse poteva usare un po’ più di tatto, ma tutto sommato è anche in qualche modo comprensibile: fra le due famiglie non esistono molti legami, né di parentela stretta, né di amicizia. Ed è questa credo la questione, al di là di tutte le considerazioni di opportunità (innegabile) di una presenza spagnola.
La regina Sofia a parte i matrimoni degli eredi al trono (o dei futuri eredi, vedi William il cui nonno comunque è nato principe di Grecia) privilegia, da sempre, i legami familiari e su questo non ci piove: ha partecipato a nozze e battesimi in Germania (dove ha cugini da parte della madre Frederika di Hannover-Brunswick e del padre), era al matrimonio di Margaretha di Romania, figlia di suo cugino re Michele, era in Grecia per assistere all’unione fra Aimone di Savoia-Aosta (nipote di un’altra zia di Sofia) con Olga di Grecia figlia del principe Michele parente stretto e amico carissimo della regina di Spagna. Tutto il resto, molto probabilmente “è noia”, specie se si tratta di una figlia secondogenita senza alcun ruolo ufficiale. Gli Asturie non amano questo genere di eventi (o meglio non li ama Letizia, che pare non si senta molto e suo agio fra i royal, e Felipe ha risposto “obbedisco”) e l’hanno fatto capire in parecchie occasioni arrivando tardi e sparendo prima di tutti gli altri, vedi sempre le nozze di William e Kate.
Il re di Spagna non c’è mai, cioè l’unica volta che voleva esserci – il matrimonio di Carlo e Diana – ci si è messa di mezzo Gibilterra; ma c’è sempre quando è in gioco la politesse unita ai legami di amicizia anche se il matrimonio è di decimo rango, come nel 2003 in Germania ad Althausen per le nozze della figlia di un’amica d’infanzia, Diana d’Orléans, duchessa di Wurtemberg. Nel caso specifico anche se la duchessa Fleur di Wurtemberg ultimogenita del capo di un casato non più regnante da tempo, doveva esserci perché è il padrino di battesimo della sposa. Anzi i pettegoli reali dicono che l’ambiziosissima Diana abbia fatto i salti mortali per organizzare la cerimonia compatibilmente con l’agenda del re di Spagna.
Quanto agli altri secondogeniti mi sto documentando e vi farò sapere… e ovviamente non prendete impegni fuori casa per sabato 8 giugno, ci si vede qui tutti on line per la chat – ovvero commenti senza moderazione – delle nozze reali.
Ecco il link per la diretta http://www.svtplay.se/video/1253432/teckensprakstolkat
Questo matrimonio sta producendo degli strani effetti, lo sposo e il futuro suocero stanno assumendo la stessa identica espressione fra l’annoiato e lo stupito (“ma che ci sto facendo qua?”) il che potrebbe essere ragionevole per Chris abituato alle mondanità newyorkesi e al massimo al festival di Salisburgo di cui sua madre è fervida mecenate, ma non per re Carlo XVI Gustavo.
La mamma dello sposo sulla quale di spettegola molto … pare che la musica classica non sia la sua unica passione
La criticatissima “fidanzata” di Carl-Philip secondogenito del re, apparsa in fondo alla fila al funerale della principessa Lilian ormai è stata ufficialmente sdoganata, con buona pace di tutti quelli che hanno ricordato con ampi dettagli il suo passato in compagnia dei pitoni.
Copyright foto: sito della casa reale svedese
Gli altri post sulla famiglia reale svedese
Il fidanzamento di Madeleine e Chris
Una torta di Ikea per Victoria e Daniel
Le nozze di Victoria e Daniel 2
Le nozze di Victoria e Daniel 1
Le nozze di Victoria e Daniel 3
Le nozze di Victoria e Daniel 4
Le nozze di Victoria e Daniel 5
Il favoloso scrigno dei Bernadotte
Il diadema di cammei dell’imperatrice
Le nozze di Silvia e Carlo XVI Gustavo
San Michele, paradiso svedese sull’isola di Capri
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Madeleine e Chris, nozze reali a Stoccolma
Lei sembra felice. Lui più che altro sembra senza parole. Ma tutto sommato in famiglia ci sono abituati dato che la stessa identica espressione la indossano regolarmente il sovrano Carlo XVI Gustavo e il genero Daniel. Domani alle 16 ora di Stoccolma la principessa Madeleine di Svezia (al secolo Madeleine Bernadotte discendente alla sesta generazione del maresciallo omonimo e di Désirée Clary più famosa nelle vesti di prima fidanzata di Napoleone che come regina di Svezia) sposerà il trentottenne anglo-americano Christopher O’Neill, un esperto di finanza che non ha alcuna intenzione di lasciare New York e ha declinato l’offerta di un titolo nobiliare.
I due si frequentano da un paio di anni e Madeleine, che nel 2010 a pochi mesi dalle nozze ha rotto il lungo fidanzamento con il fidanzato storico (e fedifrago) Jonas Bergström, assicura di aver trovato la sua vera “anima gemella”. I Bernadotte sono felicissimi – pare – la regina Silvia parla di Chris come del “genero ideale” e lui racconta di essere stato ricevuto a braccia aperte. In effetti Chris O’Neill, nato a Londra in una famiglia ricca, educato in Svizzera in un collegio molto esclusivo, fornito di una mamma molto mondana (socialite si dice) che vanta nel curriculum anche una breve storia con il principe di Galles e di cinque sorellastre tutte molto belle, sembra a una prima superficiale occhiata davvero il genero ideale, ma soprattutto per una famiglia della hight society.
Ad ogni modo il tempo dirà se i due sono davvero fatti l’uno per l’altra – come la sorella e il cognato che sembrano ogni giorno di più felici e innamorati – e intanto godiamoci le nozze che secondo l’uso delle dinastie nordiche sono pomeridiane e quindi con outfit da sera, abiti lunghi, divise, decorazioni e soprattutto diademi. A parte quello della sposa (i cammei di Victoria e della regina Silvia, la tiara Connaught che Madeleine ha spesso indossato, il fringe contemporaneo dono del re alla moglie, una delle tiare con i “bottoni”, la fringe della bisnonna Victoria di Baden?) quale gioiello indosseranno le non numerosissime (olandesi, spagnoli e belgi hanno declinato l’invito) regali ospiti? Quale diadema porteranno la regina, la principessa ereditaria Victoria e le sorelle del re? Lo scopriremo domani e commenteremo in diretta live in chat qui sul blog con i commenti non moderati a partire dalle 15 circa.
Ecco il link per la diretta http://www.svtplay.se/video/1253432/teckensprakstolkat
In questo post tutti i link ai vecchi articoli dedicati alla famiglia reali svedese.
La cerimonia nuziale si svolgerà sabato 8 giugno alle 16 nella cappella del Palazzo reale di Stoccolma con a seguire un giro in carrozza – la Parade Barouche – per il centro della città. La sera il re e la regina accoglieranno gli ospiti al palazzo di Drottningholm per la cena con ballo. Venerdì 7 giugno sempre il re e la regina riceveranno amici e parenti degli sposi al Grand Hotel di Stoccolma per una cena privata.
Qui sotto la lista degli ospiti ufficiali con due osservazioni: il principe Carl Philip è solo mentre per i cugini spesso è indicata una fidanzata/compagna e non c’è traccia di Savoia-Aosta-
LA FAMIGLIA DEL RE
Principessa Margaretha, Mrs. Ambler
Baronessa Sybilla von Dincklage
Mr. James Ambler e Mrs. Ursula Ambler
Mr. C Edward and Mrs. Ambler. Helen Ambler
Principessa Birgitta
Mrs. Désirée von Bohlen und Halbach e Mr.. Eckbert von Bohlen und Halbach
Principessa Désirée, Baroness Silfverschiöld e Baron Niclas Silfverschiöld
Baron Carl Silfverschiöld
Baron Hans De Geer e Baroness Christina Louise de Geer
MBA Héléne Silfverschiöld e Mr. Fredrik Diterle
Principessa Christina, Mrs. Magnuson e Consul General Tord Magnuson
MBA Gustaf Magnuson e Miss Vicky Andren
Industrial designer Oscar Magnuson e Mrs. Emma Magnuson
Mr Victor Magnuson e Miss Frida Bergström
contessa Marianne Bernadotte af Wisborg
Gunnila contessa Bernadotte af Wisborg
I COLLEGHI REALI
Principe ereditario Pavlos di Grecia e principessa Marie-Chantal
Principe ereditario Frederik di Danimarca e principessa Mary
Principe Joachim Principessa Marie
Principe Nikolaos di Grecia e Principessa Tatiana
Principessa Theodora di Grecia
Principe Philipos di Grecia
Principessa Takamado del Giappone
Granduca ereditario del Lussemburgo Guillaume e granduchessa ereditaria Stéphanie
Principessa Charlene di Monaco
Principe eredatario Haakon di Norvegia e principessa ereditaria Mette-Marit
Principessa Märtha Louise e Mr. Arie Behn
Conte e Contessa di Wessex
Princess Benedikte di Danimarca
Principe Manuel e principessa Anna di Bavaria
Principe e principessa di Saxe-Coburg e Gotha
Principe Andreas di Saxe-Coburg e Gotha
principe Leopold e principessa Ursula di Bavaria
NB In attesa delle prime immagini i commenti partiranno sotto questo post
Gli sposi salutano dal balcone del Grand Hotel dove si svolge il pre dinner e qui sotto qualche invitato sparso…
bella non c’è che dire…
Victoria… qui stupenda e anche qua sotto, il suo abito è di Jenny Packman
Tatiana di Grecia, splendida… come sempre in Armani Privé
Theodora di Grecia e il fratello Philippos… lei non è male secondo me, ma è tanta e quindi sembra sproporzionata. E recita in Beautiful che quando l’ho vista facendo zapping per poco non mi viene un colpo.
secondo me ci legge… e infatti ha corretto il tiro, Stephanie del Lussemburgo è carinissima nel suo caro Elie Saab (senza pietre stavolta) e speriamo che domani non ci deluda
Sophia c’è, sorridente perché evidentemente sa che dopo tocca a lei. Ma noi speriamo che quando indosserà l’abito bianco eviterà il plateau…
Infine lui, the King, anzi no l’Imperatore: il grande Valentino Garavani autore – lo dice il sito della casa reale – dell’abito di Madeleine. E permettetemi un moto di patriottismo viva l’Italia che ne abbiamo tanto, tanto bisogno.
up date 8 giugno ore 11
proseguiamo con le foto di ieri sera
Marie Chantal e Paolo di Grecia, loro sono da sempre habituée dei matrimoni più chic e glamour specie se royal. L’abito di lei è molto particolare (ricordate il Givenchy di Sabrina-Audrey?) in Oscar de la Renta e si le Louboutin sono un tantino a crescere… Christian non aveva più il numero? Lui come sempre ha un certo fascino anche se non si può dire sia veramente bello, lo smoking con le “slipers” di velluto monogrammate sono un tocco glam.
Theodora di Grecia, non la trovo così “brutta”. E’ altissima e con il viso tondo e il rosso mette in evidenza il tutto.
Charlene non riesce a essere una romantica principessa, il suo stile è quello di sempre, sportivo anche un abito da sera. Ma pagherei per avere un fisico come il suo
Joachim e Marie di Danimarca. No, scusate ma non mi toccate lui che si è vestito come Cary Grant negli anni ’50… La giacca bianca dello smoking è il tocco in più per le serate estive
La madre di lui Eva-Marie – che ancora non ho capito come si chiama di cognome avendo cambiato una sfilza di mariti – che si insomma poteva fare di meglio, il fucsia le dona, il pareo no.
Le sorelle di lui – ma non erano cinque, le altre dove sono? anche nella foto di gruppo ci sono solo queste due – chic e un po’ rifatte, ma pazienza alla corte svedese ci hanno fatto l’occhio.
Infine la sposa, sempre bella, sempre di classe in Elie Saab anche se io continuo a preferirla bionda…
la diretta delle nozze in streaming è qua http://www.svtplay.se/video/1253415/prinsessbrollopet
copyright foto: Hola.com, Getty Images, PPE, Zimbio
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Madeleine e Chris, oggi sposi reali a Stoccolma
Sposa in Valentino meraviglioso, sposo emozionatissimo e parterre reale ma con qualche vistosa defezione. La terza figlia del re di Svezia Carlo XVI Gustavo e della regina Silvia si sposa oggi con un finanziere anglo-americano Chris O’Neill… la diretta della cerimonia e della festa qua, ma in svedese
http://www.svtplay.se/video/1253415/prinsessbrollopet
e con noi nei commenti la chat live.
copyright foto: svenskdam.com
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Nozze reali a Stoccolma: mai senza diadema
E anche questa principessa l’abbiamo piazzata. Teoricamente non sembrava difficile vista la sua sfolgorante bellezza, ma la splendida Madeleine qualche momento buio l’ha avuto. A dimostrazione che, purtroppo, qualche volta la vita va storta anche se sei splendida, ricca e figlia di un re.
Ieri a Stoccolma il finanziere anglo-americano Christopher O’Neill emozionatissimo – sull’orlo delle lacrime, dire – ha portato all’altare l’ultimogenita di Carlo XVI Gustavo e della regina Silvia la quale, invece, particolarmente a suo agio nel magnifico abito di Valentino (Garavani) si è dimostrata si felice, ma decisamente padrona della situazione. Per una volta protagonista assoluta, dopo una vita da terzogenita.
Di queste nozze svedesi ormai si è detto un po’ tutto anche perché dettagli glamour o gossip veramente segreti alla fine non ce ne sono stati. La mamma dello sposo – che si dice abbia avuto una relazione con il principe di Galles – ha toppato il colore del suo abito, ma nel complesso è riuscita a darsi un contegno e non è sembrata da meno, quanto a “ritocchini” accanto alla (ahimè) rifattissima regina Silvia. Idem le quattro sorellastre di Chris che, dove presenti, hanno inalberato i bijoux di famiglia. Il resto nella norma… di un matrimonio reale (mediamente importante), ovvio.
Nonostante lo sfarzo contenuto – anche perché l’assegno l’ha firmato babbo Carlo Gustavo, senza contributi pubblici, stavolta – e molte defezioni reali (non si è presentato nessuno da Paesi Bassi, Belgio e Spagna) c’è stato un notevole dispiego di gioielleria, comme il faut visto che si è trattato di un evento pomeridiano-serale e dunque visto che molti dubbi sono sorti proprio su questo argomento, questo post “riassuntivo” sulle nozze svedesi è in effetti soprattutto un focus sui diademi indossati per questa occasione, a partire dalla tiara della sposa che è stata una sorpresa, ma non del tutto.
Il “Valentino” apprezzato da alcuni, criticato da altri… simile a quello di un’altra sposa… andate a vedere in fondo
Ebbene si, nonostante i figli siano tutti uguali nel caso di una famiglia reale l’erede al trono (o quando non c’è più al titolo) è un tantino privilegiato e così mentre Victoria per le sue nozze nel 2010 ha avuto l’onore del diadema di cammei usato solo dalla regina e da lei scelto come gioiello nuziale, Madeleine ha dovuto optare per un’altra delle splendide tiare della casa reale svedese. La principessa, quasi a rimarcare ancora di più la distanza dalla sorella sulle cui spalle c’è il peso di una futura corona e l’onore del proseguimento della tradizione dinastica, ha indossato – su una bellissima acconciatura fatta con uno chignon basso – un gioiello moderno e non uno dei diademi storici. Gli esperti la chiamano l’hanno definita “Carl XVI Gustav Modern Fringe Tiara” perché appunto rivisitazione contemporanea del classico modello “fringe”, ovvero a frange, molto di moda verso la fine dell’Ottocento di cui si trovano esempio in tutti gli scrigni reali e non. Il diadema, realizzato probabilmente dal gioielliere W.A. Bolin è un regalo che il re ha fatto nel 1986 alla moglie Silvia per i dieci anni di matrimonio e dunque appartiene personalmente alla sovrana e non fa parte di una delle due fondazioni creato per custodire i preziosi storici della famiglia evitando le dispersioni. Nel disegno della tiara, elegante e molto leggera e può essere trasformata in collier, sono evocati i simboli dinastici della Svezia: delle “gerbe” ovvero dei “vasi” stilizzati ricordano l’antica casa reale i Vasa, i tre diamanti che sormontano ciascun “vaso” sono le tre corone dei regni di Svezia, Novergia e Scania, mentre i fiori di giglio si riferiscono alle origini francesi del maresciallo Bernadotte.
Storici invece gli orecchini di Madeleine che ha indossato i pendenti che sono stati regalati nel 1881 dalla regina Carola di Sassonia (nata principessa Vasa) a Victoria di Baden in occasione delle sue nozze con il futuro Gustavo V pronipote del maresciallo Bernadotte. Gli orecchini sono formati ciascuno da un diamante di taglio briolette circondato da sedici diamanti di taglio antico.
Scelta di tono “minore” (si fa per dire) anche per la regina Silvia che mentre per le nozze della primogenita aveva orgogliosamente inalberato l’imponente e magnifica tiara “Braganza” stavolta ha indossato un gioiello altrettanto maestoso, ma un po’ meno impegnativo: la tiara a nove punte. Realizzata intorno alla metà dell’800 a Berlino è un regalo alla principessa Sofia di Nassau da parte del promesso sposo, il principe ereditario Oscar, futuro re Oscar II. Il gioiello è costituito da 528 diamanti montati in oro e argento che formano una palmetta centrale stilizzata e una serie di volute sormontate da nove punte di diamanti ornate di diamanti più piccoli a formare delle stelle. La tiara è una delle preferite della regina Silvia, ma non le appartiene personalmente perché fa parte della fondazione Bernadotte.
La principessa ereditaria Victoria invece ha voluto rendere omaggio con i gioielli indossati al matrimonio della sorella alla sua amatissima – e recentemente scomparsa – prozia-nonna la principessa Lilian, vedova del principe Bertil zio del re. Il suo diadema era una proprietà personale di Lilian che l’ha lasciato in eredità alla pronipote: si tratta di un collier di diamanti montato su argento e trasformabile in diadema, realizzato da Boucheron nel 1905 e regalato dalla regina Sophie di Svezia alla principessa Margaret di Gran Bretagna in occasione delle sue nozze con il futuro re Gustavo VI Adolfo. Alla morte di Margaret nel 1920 il collier è passato in eredità al figlio Bertil che l’ha offerto alla moglie per le nozze nel 1976 anche se in effetti Lilian – da anni membro ufficioso della casa reale – lo aveva già portato, per esempio alla festa per i 90 anni di Gustavo VI Adolfo. Anche il collier portato da Victoria fa parte dell’eredità della prozia ed è formato da una rivière di diamanti di taglio antico a cui è stato aggiunto come pendente un voluminoso devant de corsage appartenuto alla regina Joséphine moglie di Oscar I.
Come d’uso in queste occasioni familiari le sorelle del re – che evidentemente non possiedono gioielli personali di grande valore – hanno usato i diademi delle due fondazioni della famiglia Bernadotte.
Christina con la tiara dei “bottoni”, Brigitta con la “Connaught” e Margaretha con la “fringe” (manca una delle Haga Princess, Désirée che porta il diadema di acciaio, ma non sono riuscita a trovare una sua foto). e invece grazie a Chloe ecco le foto delle Haga Princess con annesse tiare.
Il diadema di turchesi indossato da Kelly principessa ereditaria di Sassonia Coburgo e Gotha ha origini misteriose ma gli esperti ritengono risalga più o meno al 1905 e sia il regalo di nozze di re Edoardo VII di Gran Bretagna alla moglie del nipote Carlo Edoardo duca di Sassonia Coburgo Gotha. Che ci fanno questi – spodestati – principi tedeschi alle nozze svedesi? Semplice, la madre di Carlo XVI Gustavo era nata Sibylla di Sassonia Coburgo Gotha, quindi sono parenti stretti.
La principessa ereditaria Mary di Danimarca possiede – e indossa – “solo” due tiare, quella delle nozze e l’altra con i rubini appartenuta a Désirée Clary, ma questa volta ha scelto un gioiello moderno e sicuramente meno impegnativo: la Midnight Tiara creazione della designer danese Charlotte Lynggarrd che l’ha presentata durante una esposizione nel 2009 e da allora la presta alla principessa.
Marie – come d’altronde anche la prima moglie di Joachim – possiede una sola tiara, quella che le è stata regalata (o prestata?) per le nozze nel 2008 ed è un gioiello di famiglia. E’ il re Federico VIII a farlo realizzare per la figlia minore Dagmar in occasione delle nozze con Jorgen Castenskjold nel 1922. Interamente in diamanti, i suoi motivi riproducono cinque fiori in un intreccio di foglie. Alla morte di Dagmar nel 1961 il diadema è tornato nelle collezioni reali e Margrethe la portato spesso da ragazza. Anche in danesi e i greci sono parenti stretti, la regina Margarethe di Danimarca e sua sorella la regina Anne Marie di Grecia sono cugine di primo grado di re Carlo XVI Gustavo.
Le norvegesi hanno scelto un po’ a caso i loro diademi, Mette Marit vestita di azzurro aveva le ametiste della suocera (una parure dalle molteplici funzioni, regalo di re Harald V alla moglie Sonja per i 25 anni di matrimonio nel 1993) mentre la cognata Martha Louise in abito lilla ha indossato il suo diadema nuziale, ovvero la versione semplificata del gioiello offerto a Maud, futura regina accanto a Haakon VII, dal padre re Edoardo VII in occasione delle nozze nel 1905. Non si tratta dell’originale però ma di una copia realizzata nel 1995 quando la tiara, affidata al gioielliere londinese Garrard per essere ripulita e sistemata, sparisce misteriosamente. Il diadema in diamanti è sormontato da tredici perle a goccia e ha un motivo centrale che può essere tolto.
Il diadema indossato da Theodora di Grecia appare intorno al 1983 e probabilmente viene acquistato da re Costantino II di Grecia per i diciotto anni della primogenita Alexia. Si tratterebbe dunque di una proprietà personale della principessa che in questa occasione l’ha prestato alla sorella.
Marie Chantal di Grecia, comparsa di recente con lo strepitoso diadema della regina Frederika di Grecia, ha indossato una “cosina semplice”: la tiara “fringe” della figlia Marie Olympia. Si della figlia, perché è il regalo di battesimo della nonna materna, la signora Miller, alla bambina e in attesa che questa abbia l’età giusta lo porta sua madre.
La splendida Tatiana di Grecia, moglie del principe Nicola, porta la tiara già indossata per le sue nozze nel 2010, che è il risultato dell’assemblaggio di gioielli diversi a partire da un antico devant de corsage di brillanti e perle appartenuto probabilmente a Victoria di Baden regina di Svezia. Nel 1935 re Gustavo V di Svezia regala alla nipote Ingrid, che sta per sposare il futuro re Federico IX di Danimarca, il devant de corsage (formato da una grande spilla rettangolare e da altre più piccole) che era della moglie morta nel 1930. Anni dopo Ingrid fa trasformare l’insieme: le perle a goccia tolte del pezzo principale diventano orecchini, mentre le spille più piccole vengono aggiunte alle estremità del devant de corsage montato su una nuova base, et voilà un nuovo diadema leggero e molto giovanile, perfetto per essere regalato alla principessa Anne Marie in occasione del suo diciottesimo compleanno. Lo stesso anno Anne Marie sposa Costantino II e il diadema entra nella collezione della famiglia reale greca. La regina lo porta al ricevimento che precede le nozze e poi lo presterà alle figlie e in particolare alle nuore per le loro nozze.
decisamente la più bella e la più elegante
Sabato pomeriggio durante la diretta gli appassionati di gioielli si sono stupiti non poco di veder arrivare una signora francese, Silvie de Castellane moglie del principe-duca Pierre di Aremberg, sontuosamente parata con lo splendido diadema art déco di Sybilla del Lussemburgo moglie di uno dei fratelli del Granduca. Come e perché questo diadema è finito sulla testa della Aremberg dato che il principe-duca è ricchissimo e in famiglia un diadema c’è? Mistero totale. Una vendita poco pubblicizzata o il gioiello è simile ma non è lo stesso? A quanto pare la spiegazione sarebbe molto più semplice, Silvie e Sybilla pare siano molto amiche e quindi si tratterebbe di un semplice prestito come era accaduto a ottobre quando lo stesso gioiello nella sua forma ridotta era stato prestato a una cognata. La storia e le foto del diadema qua scorrendo in fondo.
Anna di Baviera che ora, dopo la vendita del diadema più imponente, si deve accontentare di questo…
E per rendere il tutto se possibile ancora più smorto una bella parure di topazi è quello che ci vuole… oppure è la suocera che non molla i pezzi più belli?
Infine… vi ricorda qualcosa questo vestito? Come Rossini e Mozart il mitico si è citato un po’…
ps la sposa è Sibylla Weiller (nipote della infanta Beatrice di Spagna e di un magnate dell’industria francese), lui è Guillaume del Lussemburgo, ultimogenito di Jean. Lei sarebbe anche la proprietaria del diadema prestato a madame d’Aremberg.
ehm… mi ero dimenticata di lei. Evidentemente non si sono ancora ripresa dall’abbinata diadema con acquamarina e abito salmone o pesca che dir si voglia. La tiara dovrebbe essere un prestito della suocera.
e se volete vedere altre foto
http://www.zimbio.com/pictures/FsK4wRzsLbo/Wedding+Princess+Madeleine+Christopher+O+Neill
http://www.zimbio.com/pictures/ItiYTD_q54v/Wedding+Princess+Madeleine+Christopher+O+Neill
http://www.ppe-agency.com/show.php?zoektype=2&search=08-06-2013%20Boat
copyright foto: hola.com, ppe, Getty Images
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